La cerimonia

Agropoli, notturno del centro storico
Abbiamo scelto un giorno dedicato alla Beata Vergine Maria Regina e la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli nel centro storico di Agropoli per celebrare le nostre nozze.

Troverete suggestiva la cornice che circonderà il rito che ci unirà in matrimonio: a picco sul mare, l'edificio è dedicato alla devozione mariana della città di Costantinopoli, capitale dell'Impero romano d'Oriente, voluta da Costantino il Grande, a cavallo del Bosforo e del Corno d'Oro sul luogo dell'antica Bisanzio. La città ebbe fin dai primi tempi per la Madre di Dio, la Vergine Theotokos, un culto tutto particolare. Nel mezzogiorno d'Italia la si ritrova spesso diffusa per via della tradizionale ed apostolica appartenenza del sud della nostra penisola al cristianesimo orientale. Ad Agropoli, si narra che la chiesa fu costruita dopo il rinvenimento in mare della statua della Madonna che, alcuni infedeli, al tempo delle scorrerie turche della metà del Cinquecento, avevano cercato inutilmente di portar via. Essa è documentata soprattutto a partire dal 1583, quando si accerta nella stessa l'esistenza di una confraternita. Nella visita apostolica del 1612 la chiesa risulta edificata di recente, provvista di un confessionale e della sepoltura per i marinai. La sagrestia ed una tela sono riscontrate nel 1742 e si specifica che è stata costruita con i contribuiti degli uomini di mare. Oltre al campanile con due campane, all'organo, al pulpito ed all'orologio, non mancano nel 1875 l'altare ed il presbiterio in marmo, quest'ultimo munito di balaustra e cancello in ottone, ed una "statua a telaio". Troviamo, inoltre, nel 1905, una statua in legno e tre porte. Alcuni anni dopo (1913) viene interdetta insieme ad altre, perché occupata da soldati per la pioggia torrenziale.

Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli
La denominazione Odigitria, da odos, "via", significa "Colei che indica la via" e per alcuni il nome deriverebbe dal fatto che i condottieri (odigoi) si recavano nel monastero di Costantinopoli a pregare, per altri dal nome della via della città imperiale in cui vi era la Chiesa detta "delle guide", che conservava un'immagine simile, venerata come opera dell'evangelista Luca. Successivamente acquistò un significato personale a causa della posizione del braccio di Maria che indica il Figlio come "via, verità e vita".
Questa celebre immagine (nel culto orientale è l'icona al centro della venerazione) fu considerata la protettrice della citta' e di tutto l'impero d'Oriente. Furono gli imperatori stessi a portarla alla testa dei loro cortei trionfali, come indicatrice e guida della via, avvalorando in questo modo il titolo di "Odigitria".

La statua della Vergine
Sul frontone della chiesa cilentana campeggia la scritta "Stella Maris" che fa riferimento all'antico inno gregoriano inserito nella liturgia delle ore: nella tradizione occidentale il nome "Maria" è stato tradotto con "Stella del Mare". In ciò si esprime proprio questa esperienza: quante volte la storia in cui viviamo appare come un mare buio che colpisce minacciosamente con le sue onde la navicella della nostra vita. Talvolta la notte sembra impenetrabile. Spesso può crearsi l’impressione che solo il male abbia potere e Dio sia infinitamente lontano. Spesso intravvediamo solo da lontano la grande Luce, Gesù Cristo che ha vinto la morte e il male. Ma allora vediamo molto vicina la luce che si accese, quando Maria disse: "Ecco, sono la serva del Signore". Vediamo la chiara luce della bontà che emana da Lei. Nella bontà con cui Ella ha accolto e sempre di nuovo viene incontro alle grandi e alle piccole aspirazioni di molti uomini, riconosciamo in maniera molto umana la bontà di Dio stesso. Con la sua bontà porta sempre nuovamente Gesù Cristo, e così la grande Luce di Dio, nel mondo. Egli ci ha dato la sua Madre come Madre nostra, affinché impariamo da Lei a pronunciare il "sì" che consente la divinizzazione della nostra natura umana in Cristo.

La porta d'accesso al centro storico
Una volta arrivati ad Agropoli, vi consigliamo di visitare tutto il centro storico: troverete un borgo marinaro medievale di sconfinata bellezza ed un panorama mozzafiato sul mare unico nel suo genere.

L'abitato è sormontato dal centro storico che conserva intatti il centro antico e gran parte del circuito delle mura difensive col portale seicentesco d'ingresso. Vi si accede attraverso la caratteristica salita degli "scaloni", uno dei pochi esempi visibili di salita a gradoni e una porta monumentale molto ben conservata. Il centro storico è di forte richiamo turistico. All'interno delle numerose stradine e tra i vari monumenti, vi sono negozi, bar e locali che servono i caratteristici piatti del luogo o la pizza agropolese servita in un cesto di vimini.
La porta, è formata da due aperture: sulla destra della porta principale c'è una porta secondaria ad arco ribassato, aperta agli inizi del XX secolo; tra le due aperture è visibile una feritoia che permetteva la vigilanza e l'eventuale difesa.
La porta è sormontata da cinque merli, due dei quali sostengono altrettante palle di pietra. Le palle di pietra alternate con altre di cemento ed una croce di ferro indicante l'anno 1909 al ricordo delle sacre missioni, decorano altresì il parapetto sul ciglio della rupe. Al di sopra della porta principale si nota lo stemma marmoreo dei Duchi Delli Monti Sanfelice, ultimi possessori feudali della città. Lo stemma della famiglia ducale, Delli Monti Sanfelice, che prima decorava l'ingresso del Castello, oggi si trova sulla porta.

L'imponente stemma marmoreo è sovrastato da una corona rovinata ed è rifinito in basso da un mascherone. Il campo principale ha la forma di scudo ed è suddiviso in due parti dove si uniscono le sei oche in due gruppi di tre (in alto allineate, in basso riunite in triangolo), originario emblema dei Sanfelice, e una croce, che era, invece, il simbolo appartenente alla famiglia estinta Delli Monti.

Gli scaloni
La porta è parte integrante della cinta muraria, costruita in pietra locale e composta da un braccio meridionale e da un braccio settentrionale che si imperniano sul Castello e si concludono sullo strapiombo della "Rupe" che costituiva difesa naturale dagli invasori.


La veduta del porto dagli scaloni
Gli scaloni
Il borgo antico, è raggiungibile a piedi percorrendo la caratteristica salita degli "scaloni", per secoli l'unica via di accesso al borgo ed oggi uno dei pochi esempi visibili di salita a gradoni, caratterizzati da una serie di gradinate larghe e basse, sopravvissuti alle esigenze del traffico veicolare che altrove ne hanno determinato il livellamento. Per la poca popolazione locale residente sul promotorio storico vi è una strada secondaria retrostante, viabile alle auto e per un tratto (quello finale) a traffico limitato.
Il muro di protezione degli scaloni è ornato da merli con estremità sferica che richiamano i merli posti sulla Porta, ed una croce di ferro indicante l'anno 1909 al ricordo delle sacre missioni

Il Castello: mura e parcheggio invitati
 Il castello (parcheggiate qui)
A pianta triangolare e con 3 torri circolari, si erge sul promontorio incastrandosi come un vertice nell'interno dell'area del borgo antico, mentre la base si protende al di fuori del nucleo abitato, come fortificazione avanzata sul versante collinare dal pendio più dolce e più esposto agli assalti.

Attorno alle mura del castello gira un largo e profondo fossato, ormai ben distinguibile solo sul lato verso il borgo, mentre è quasi scomparso il dislivello sul lato orientale a causa dei lavori agricoli e dei cedimenti del terreno avutisi nel corso dei secoli. Attualmente il castello presenta l'aspetto assunto dopo le ristrutturazioni d'età aragonese (XV secolo d.C.) che devono aver notevolmente ampliato l'originario impianto a forma triangolare. L'interno del castello è occupato dalla piazza d'armi e da una serie di edifici addossati sui lati settentrionale e orientale. La piazza, oggi adibita a giardino e a teatro all'aperto, non è frutto di un riempimento artificiale, ma poggia direttamente sulla roccia inglobata a suo tempo nelle mura perimetrali del castello, mentre sul lato settentrionale si trova la "Sala dei francesi", così chiamata a ricordo della sosta che vi fece il drappello delle truppe francesi durante il periodo napoleonico. Il castello di Agropoli è legato in particolare a due personaggi: Luisa Sanfelice, personaggio minore della rivoluzione napoletana del 1799, la cui vicenda umana ispirò il romanzo di Alexandre Dumas (padre) La San Felice e la scrittrice francese Marguerite Yourcenar che lo menzionò nel racconto "Anna, soror".

Il Faro Punta Fortino
L'altezza della luce, a due lampi bianchi con intermittenza ogni 6 secondi, è posta a 10 metri su un fabbricato quadrato ad un piano.
La torre, in tipico stile veneziano, è stata costruita nel 1929, è ben visibile dal Lungomare cittadino ed è posto sull'estremità del centro storico delimitandone il limite della Rupe.

Agropoli, Torre San Marco
Le Torri
La presenza di Torri fortificate sulla costa di Agropoli, come del resto lungo l'intera costa tirrenica meridionale, è direttamente collegata alla minaccia costituita dalle scorribande dei pirati. A seguito dell'ordine generale di costruzione di una catena ininterrotta di torri costiere, emanato nel 1564 dal viceré spagnolo don Pedro de Toledo, iniziano a sorgere lungo la costa che da Agropoli giunge a Sapri torri di avvistamento in tutti i punti strategici. A seguito di quest'ordine verrà rafforzata la Torre di San Marco, di forma circolare, all'epoca già esistente, a cui si affiancherà la Torre di San Francesco, costruita su un'alta sporgenza a picco sul mare, poco più a sud del promontorio sovrastato dal Castello.
Torre e scoglio di San Francesco
Posto accanto al convento francescano qui sorto fin dal 1230, questa torre, di forma quadrangolare, risultava in posizione chiaramente strategica, comunicando direttamente a Nord col Castello e con la Torre di San Marco, mentre a Sud con la torre costruita a Trentova e con quella di Punta Tresino (rientrante nel territorio del comune di Castellabate), delle quali oggi non restano altro che ruderi.

La fornace
La data della sua inaugurazione risale al 1880, e fu l'ingegner Vincenzo Del Mercato ad avere l'idea di far sorgere ad Agropoli una fornace per la produzione di mattoni. Dopo accurate ricerche, si optò di costruire la fornace in località Campamento, a pochi passi dal Fiume Testene, in quanto qui si trovavano grandi giacimenti di argille plastiche. La lavorazione consentiva molti tipi di mattoni, quali rex, tegole, cannocchiali, proveri, quattro fori, tre fori ecc.

La fornace
Dopo anni di attività la fornace declinò, fino a cessare la sua attività nel 1970.

Assolutamente da visitare è la Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo, chiesa principale della Parrocchia in cui celebreremo le nostre nozze: è di sicure origini antiche, tant'è che nel 593 la lettera del papa Gregorio Magno documenta nel borgo la presenza del presule pestano e se si connette nella dedica alla tradizione dell'approdo di San Paolo in una località agropolese ed a S. Pietro, pescatore come molti degli abitanti del borgo antico.
Nell'ultimo ventennio del Cinquecento la chiesa è visitata da vescovi o da loro rappresentanti che vi osservano l'altare maggiore (ricostruito al 1714 e nel 1875 con tela raffigurante S. Antonio tra S. Bartolomeo e S. Gaetano di Tiene); inoltre, gli altari dedicate ai santi Pietro e Paolo (dal 1742), al Crocifisso (dal 1905), alla SS. Concezione (dal 1698; dal 1875: fam. Troise), alla Madonna dell'Arco (1875: fam. Vecchio, tela con la Madonna tra S. Francesco di Paola e S. Carlo Borromeo), al Rosario (1742, con confraternita e tela con Misteri; 1771, con porta sulla strada; 1875: tre statue entro nicchie con la Madonna del Rosario tra S. Lucia e S. Rosa e, inoltre, tavola antica della Vergine della pietà), a S. Giuseppe (1742, 1771, insieme a S. Gennaro, fam. Storti; 1875: fam. Rosa, tela con la Vergine tra S. Giuseppe e S. Gennaro), a Sant'Antonio di Padova (dal 1583: altare, 1698: altare, 1875: già delle famiglie Magnoni e Del Baglivo), a Sant'Antonio Abate (dal 1612; 1875: sepoltura della famiglia Rotolo, tavola con S. Antonio abate e tela piccola con SS. Trinità). L'edificio, che possiede tre campane, due porte oltre alla principale, ha avuto bisogno di recenti e lunghi restauri. Ha nell'interno, ad unica navata, il coro, il pulpito e i confessionali.

Consigli utili
Consigliamo di parcheggiare l'auto nel fossato del Castello da cui si può accedere a piedi al cortile della Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, passando dalla Chiesa di San Pietro e Paolo, dove potrete visitare le catacombe di epoca apostolica.
Di seguito, riportiamo la mappa del centro storico: per arrivare in chiesa, consigliamo di raggiungere Piazza Umberto I, da cercare a piedi una volta raggiunto il Castello e dopo aver parcheggiato l'auto nel fossato.
Lungo il percorso, giunti ad Agropoli, troverete la segnaletica "Agnese ed Antonio sposi" che vi guiderà comodamente al parcheggio e successivamente alla chiesa, nel percorso pedonale nel centro storico.

Vi auguriamo una buona permanenza.

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